Scrittore, giornalista, sceneggiatore e, soprattutto, regista, Ugo Gregoretti (Roma, 1930) rappresenta, nel panorama cinematografico e televisivo italiano, una figura non classificabile, un artista che, attraverso una lunga serie di film, indagini, reportage e fiction, ha saputo acutamente criticare il sistema sociale, economico e culturale del Paese.
Gregoretti si è formato in televisione, alla RAI (con la quale collabora ininterrottamente dal 1953). Un’esperienza determinante, una palestra dove esercitarsi su diversi linguaggi e generi, tenendo ben presente la necessità di parlare ad un vasto pubblico nazionale e popolare.
L’esperienza televisiva, iniziata con la splendida inchiesta sulla Sicilia del Gattopardo (1959), sarà il trampolino di lancio del giovane Gregoretti e il campo di conquista di un proprio, autentico, linguaggio.
Negli anni Sessanta, pur continuando a lavorare per la TV (Controfagotto, 1960; Circolo Pickwick, 1968), si concentra prevalentemente sul cinema dove giunge con una tecnica già affinata e uno stile efficace, comprensibile al vasto pubblico, popolare ma non superficiale.
I capolavori di questa fase, sono opere capitali del cinema italiano degli anni Sessanta: I nuovi angeli (1961), Il pollo ruspante (episodio del film RoGoPaG, 1963), Omicron (1963), Le belle famiglie (1965), Apollon: una fabbrica occupata (1969) e Contratto (1970).
Cinema sociale, cinema d’impegno, analisi a tutto tondo della società italiana colta in una delle fasi più critiche del dopoguerra, l’epoca che va dal boom economico al riflusso, un’epoca di forti tensioni in cui emerge una doppia problematica sociale: la questione operaia e il disorientamento della gioventù.
Un’analisi che trova la sua originalità nella capacità di muoversi su diversi linguaggi narrativi – annullando, di fatto, la schematicità imposta dai generi –, e di affrontare il lavoro su due piani paralleli: da un lato, una documentazione serrata, molto simile all’inchiesta e alla denuncia sociale; dall’altro, aprendo al racconto, alla fiction, sfruttando la propria abilità narrativa, l’ironia e una notevole sensibilità grottesca.
Negli ultimi anni, senza abbandonare TV e cinema, Gregoretti si è concentrato sul teatro firmando la regia d’opere liriche e di prosa. Alla fine degli anni Ottanta ha diretto lo Stabile di Torino e ha fondato e diretto il festival Benevento Città Spettacolo. Inoltre, ha allestito spettacoli per il Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto, per La Fenice di Venezia e per il Rossini Opera Festival di Pesaro.
Nel 2005, presso Aliberti editore, ha pubblicato l’autobiografia Finale aperto, Vita scritta da se stesso.
Paola Scarnati si occupa dal 1970 di archiviazione e catalogazione delle immagini in movimento, svolgendo, tra l’altro, ricerche nelle principali cineteche europee.
Ha diretto la società di produzione cinematografica Unitelefilm.
Ha promosso nel 1979 la costituzione dell’Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico, di cui è stata Segretario generale fino al 2004.
Ha rappresentato l’Italia nel Consiglio d’Amministrazione della MAP TV (Memoria-Archivi-Programmi) programma Media dell’UE.
Nel biennio 1997/98 è stata membro del consiglio presso il Garante per la radiodiffusione e l’editoria.
Ha partecipato alla costituzione dell’Associazione DOC/IT ed è stata membro del Consiglio Direttivo fino all’anno 2002.
Attualmente è membro del Consiglio di amministrazione della Fondazione Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico e fa parte del Consilio Nazionale dell’ARCI UCCA.
Studi di filosofia, critico cinematografico aderente al Sncci (Sindacato Nazionale Critici cinematografici italiani) e membro della Fipresci (Federazione internazionale della stampa cinematografica). Redattrice del «manifesto» e di «Alias», collabora a riviste e pubblicazioni specializzate. Ha realizzato per la Rai programmi di storia del cinema («Il bambino di celluloide», in sei puntate) e per Cult Network una serie di dieci documentari dedicati all’Argentina (Gotan City, 2005) firmate con Julian Bees e Fulvio Grubissich. Ha fatto parte del gruppo fondatore del cineclub «Il Politecnico», è stato direttore artistico di manifestazioni cinematografiche, ha pubblicato tra l’altro «Cecoslovacchia, Polonia Ungheria, immagini di una cinematografia» dedicato al cinema dei paesi dell’est. Fa parte della commissione della Settimana della critica al Festival di Venezia.
Francesco Linguiti insegna Semiologia del cinema e degli audiovisivi e Linguaggio Audiovisivo presso l’Università LUMSA di Roma, e Linguaggio cinematografico e televisivo presso L’Università degli Studi di Teramo.
Da vari anni è autore di programmi televisivi tra i quali Correva l’anno, La grande storia, Enigma e Anni Luce. E’stato co-autore di Blob ed ha scritto dialoghi ed adattamenti per le fiction della ex-fininvest.
Antonio Medici è docente di Cinematografia documentaria presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università “RomaTre”. Insegna anche in corsi di alfabetizzazione al linguaggio cinematografico e audiovisivo rivolti agli studenti delle scuole medie inferiori e superiori.
Attualmente è componente del Consiglio d’amministrazione della Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico e del Consiglio nazionale del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Collabora con le riviste “Cinemasessanta” e “Cinecritica”. Dal 1997 è direttore del Tagliacozzo Film Festival.
|